Con l’ipnosi è facile e naturale fare esperienza di sé stessi nel tempo della propria vita.
In parte si tratta di una esperienza nota, già presente alla coscienza del soggetto.
In parte, invece, si accede ad una molteplicità di vissuti, sensazioni, impressioni, competenze che possono risultare sorprendenti e particolarmente utili, oltre che interessanti.
Con l’ipnosi ci si può spostare nella linea del proprio tempo, tramite regressione fino all’infanzia, alla vita prenatale e alle vite precedenti.
Parimenti è possibile muoversi in avanti, proiettandosi in dimensioni non ancora avverate ma che fanno parte dei potenziali di sviluppo e di articolazione della persona stessa.
In tali sedute, non è raro assistere all’emergere di consapevolezze e competenze quali integrazione di ricordi, esperienze emotive particolarmente significative, stati psicofisici eccezionali, chiarezze percettive sia psichiche che sensoriali, competenze finora ignorate come la xenoglossia esprimendosi in una lingua esistente ma al soggetto sconosciuta. Non vi sono prove scientifiche a favore o contro tali procedure e vissuti. Personalmente sono favorevole a tali esperienze se inserite in un contesto di scoperta ed integrazione di sé, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo e l’equilibrio della persona.
Imparare a muoversi nella linea del proprio tempo può rivelarsi particolarmente utile al miglioramento della qualità di vita; sicuramente è sempre interessante. Non sempre è necessario sviluppare una specifica trance ipnotica mirata ad una migrazione temporale. A volte è sufficiente indurre una normale e generica trance per assistere ad uno spontaneo quanto naturale assestamento verso una ambientazione storica, geografica, culturale completamente diversa da quella a cui è abituato il paziente, permettendo l’esperienza diretta a quei contenuti ai quali la sua mente inconscia concede di accedere con chiarezza di vissuto sia fisico che mentale.
L’ipnotista accompagna il proprio assistito con indicazioni essenziali, senza suggerire, favorendo uno stato di fiducia nella relazione paziente/terapeuta e allo stesso tempo facilitando l’accoglienza di contenuti che sono evocati dalla personalità profonda ed accolti dalla mente cosciente. Le esperienze possono essere sia piacevoli che spiacevoli, sempre comunque interessanti e utili ad una migliore integrazione ed equilibrio di personalità.